Biografia
Romano Pascutto nacque a S. Stino di Livenza, in provincia di Venezia, il 7 luglio 1909 da una famiglia di artigiani, sarti e calzolai.
Nell’immediato primo dopoguerra il padre di Pascutto si trasferì a Pordenone per ragioni di lavoro e Romano ebbe così la possibilità di frequentare, in quella città, l’Istituto tecnico.
A Pordenone conobbe il pittore A. Pizzinato con il quale ebbe lunga amicizia.
Il delitto Matteotti costituì, per Romano Pascutto, il momento di una determinante svolta politica ed esistenziale. Sulla scia di quel tragico evento, si pose su una linea di netta opposizione al regime fascista, tanto da essere arrestato ed imprigionato, a quindici anni, nelle carceri di Santa Maria Maggiore a Venezia. Ormai la sua permanenza in Italia si rendeva difficoltosa e sofferta. Al termine degli studi e della ferma militare, quindi, decise di raggiungere il fratello Sante in Libia trovando impiego, a Tripoli, presso una società di navigazione privata. Vi sarebbe rimasto dodici anni consecutivi, con la sola parentesi del ritorno in Italia per il matrimonio, nel settembre 1936, con Rina Artico che l’avrebbe subito dopo seguito nel ritorno in Libia.
Del periodo africano si riscontrano tracce nella sua “Storia di Nane” poemetto edito nel 1963.
Verso la fine del 1942 tornò in Italia partecipando attivamente alla resistenza coordinando le varie forze politiche del CLN.Dopo la liberazione Pascutto partecipò attivamente alla vita politica ed amministrativa di S. Stino di Livenza rivestendo varie cariche, come consigliere ed assessore, fino ad essere Sindaco nel periodo 1975-1980.
Ha collaborato con “Il Calendario del Popolo”, rivista mensile di Giulio Trevisani e Carlo Salinari; fu amico di Manlio Dazi e Diego Valeri. Nel 1950 ha pubblicato l’atto unico, trasmesso anche alla radio “Il colle delle Voci”; nel 1953 “Cammino e canto con loro”, comprendente una serie di poesie dialettali (premio Cattolica 1952).Nel 1954 ottenne il premio Pozzale per l’atto unico “Restituiteci i nostri figli” ed il premio Pescara per il dramma “Con molta strage”; nel 1955 vinse il primo premio Giacinto Gallina per la commedia in tre atti “La vita no xe un sogno”.Nel 1961 e 1966 ottenne il premio Guido Marta di poesia dialettale dell’Ateneo Veneto, rispettivamente per “La storia di nane” e per “Tempo de brumesteghe”.Al 1972 risale il Premio Livio Rizzi e nel 1982 il premio del Lions Club Duomo di Milano per la raccolta “Foie de Tilio”.
Senza mai interrompere la produzione poetica, Romano Pascutto ha tentato anche, negli ultimi anni di vita, la strada del romanzo e del racconto. La sua esperienza narrativa prese consistente avvio pubblico con la “Lodola Mattiniera”, un romanzo rievocativo con risvolti biografici. L’esperienza in prosa di R. Pascutto è continuata con “Il Viaggio”, ed “Il pretore delle Baracche”.
Romano Pascutto si è spento a Treviso l’8 Aprile 1982.
Postumi sono apparsi due volumi: “Riunione di cellula” e “Uno dei mille paesi durante la lotta clandestina e nell’insurrezione”.
L’opera omnia delle opere di Pascutto è edita dalla Marsilio Editori in tre volumi: “L’acqua, la Piera, la Tera” che raccoglie la sua produzione poetica dialettale, “Il Pretore delle Baracche” nel quale sono raccolte le opere narrative e i suoi racconti e “Nostro tempo contato” che contiene la sua produzione poetica in lingua.
Pagina aggiornata il 26/06/2024