La Storia

San Stino, storia, frazioni e info utili

Descrizione

Le Origini Romane e il Primo Insediamento

Il territorio di San Stino di Livenza presentava sin dall'età romana una configurazione geografica particolarmente complessa. La zona settentrionale era caratterizzata da fitte e oscure foreste, mentre la parte meridionale si estendeva in vaste e desolate lagune. Una via di comunicazione cruciale dell'epoca, la Via Annia, collegava Roma a Bisanzio attraversando questa regione. La testimonianza più significativa di questa antica strada è rappresentata dai resti di un ponte in pietra sul fiume Livenza, rinvenuti nel 1883 a circa 150 metri dall'attuale ponte della Triestina.

La Transizione dopo il Dominio Romano

Con il declino dell'Impero Romano, le invasioni barbariche provocarono devastazioni significative nell'entroterra. Le popolazioni che risiedevano nelle aree lagunari riuscirono tuttavia a preservarsi, protette proprio dall'ostilità del territorio. Nel corso del V secolo, su terre leggermente sopraelevate, fu edificata la Pieve del Grumello, considerata tra le più antiche della diocesi di Concordia. Successivamente, si sviluppò un piccolo borgo attorno al monastero di San Pietro di Romadina, ubicato lungo un tratto del fiume Livenza in prossimità di Boccafossa.

L'Evoluzione nel Periodo della Repubblica Veneziana

Intorno al X secolo, l'entroterra iniziò a ripopolarsi. La famiglia dei da Prata costruì un castello in prossimità di un antico insediamento romano, che divenne successivamente il nucleo dell'abitato di San Stino di Livenza. Sotto l'influenza dei monaci di Sesto al Reghena, prese forma la villa di Corbolone, dotata di proprie strutture difensive.

La posizione geografica di San Stino si rivelò strategicamente rilevante, collocandosi al confine tra molteplici realtà politiche: Venezia, il Patriarcato di Aquileia, e i domini trevigiani dei da Camino. Nel 1186, una bolla papale sancì il passaggio dei territori comunali alla diocesi di Concordia. Nel 1259, i da Prata cedettero i loro possedimenti ai patriarchi di Aquileia, che istituirono un capitanato a San Stino.

Durante le numerose guerre tra il Patriarcato di Aquileia e la Repubblica di Venezia, nel 1387 il castello fu affidato all'arcidiacono di Gorizia, Simone de' Gavardi, il quale condusse diverse incursioni nei territori veneziani. La rappresaglia veneziana fu altrettanto violenta e si concluse nel 1388 con l'assalto e l'incendio del castello.

Con l'annessione del Friuli alla Repubblica Veneziana nel 1420, San Stino perse la sua importanza strategica. Il castello divenne una fastosa residenza della nobile famiglia veneziana degli Zeno. Ricche famiglie di patrizi veneziani acquistarono le fertili terre della campagna sanstinese, edificando sontuose case dominicali.

Nel 1514 a Corbolone fu costruita la chiesa di San Marco, un prezioso scrigno che custodisce importanti opere d'arte di artisti del calibro di Pordenone, de' Pitati e Diziani.

Le Sfide Storiche e Demografiche

La vita dei sanstinesi fu profondamente segnata da continue difficoltà. Le disastrose esondazioni del Livenza, le guerre e le epidemie condizionarono significativamente lo sviluppo demografico. Nel 1766, si contavano appena 317 famiglie per un totale di 1.731 persone. Nello stesso anno, fu edificata una piccola chiesa dedicata alla Madonna della Salute, intorno alla quale si sarebbe successivamente sviluppato il borgo de La Salute di Livenza.

Dall'Età Napoleonica all'Unificazione Italiana

Dopo la caduta della Repubblica Veneziana nel 1797, San Stino attraversò diverse transizioni politiche. Con il Trattato di Campoformido passò sotto il dominio austriaco, nel 1805 entrò a far parte del Regno d'Italia e nel 1815, in seguito al Congresso di Vienna, divenne parte del Regno Lombardo-Veneto.

Il Periodo Post-Unitario

Nei decenni successivi all'unificazione italiana, vennero realizzati i primi interventi sul corso del Livenza, con rettifiche dell'alveo e costruzione di arginature per difendere il territorio dalle alluvioni. La Prima Guerra Mondiale interessò direttamente San Stino quando, dopo la rotta di Caporetto, il territorio fu invaso dalle truppe austriache.

Tra le due guerre mondiali, l'opera di bonifica strappò all'acquitrino oltre 3.000 ettari di terreno. La fatica dei braccianti, principali artefici di questa trasformazione, è stata magistralmente raccontata dal poeta sanstinese Romano Pascutto, che ne ha immortalato lo spirito e l'impegno.

Questa narrazione restituisce la complessità storica di San Stino di Livenza, evidenziando le trasformazioni geografiche, politiche e sociali che hanno caratterizzato questo territorio nel corso dei secoli.

fonte: Luigi Perissinotto - San Stino: mille anni di storia, 2011

Ultimo aggiornamento: 10/12/2024, 14:57

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